La collezione del Museo di Anatomia Patologica dell’Università degli Studi di Padova consiste in circa 1300 reperti anatomici, conservati in formalina o a secco, suddivisi per apparati e per differenti patologie. Gran parte della collezione è stata costituita fra la seconda metà del XIX secolo e gli inizi del Novecento. Il Museo fu fondato nel 1870 da Lodovico Brunetti (1813-1899), primo cattedratico di Anatomia Patologica a Padova, nonché primo direttore del medesimo Istituto (1855).
Nel corso degli anni Settanta il prof. Vito Terribile Wiel Marin (1939-2015) eseguì un primo restauro del Museo, rimuovendo le vetrine di legno ottocentesche e inserendo nuove dottrine di vetro e acciaio giudicate, all’epoca, più funzionali. Alcuni pezzi furono restaurati, la formalina rinnovata e parte delle etichette sui reperti rifatte.
Allo stato attuale, tuttavia, il Museo appare come un contenitore muto di reperti che sembrano aver perso tutto il loro valore, sebbene, col passare del tempo, il loro valore e significato culturale e scientifico, al contrario, siano aumentati esponenzialmente. Le vetrine, innanzitutto, sono nuovamente da sostituire perché non a norma, data la presenza di formalina. Allo stesso modo, tutto il locale è da riprogettare secondo le norme di sicurezza vigenti. All’uopo, si è già attivata una collaborazione fra l’Ateneo padovano e l’architetto Peter Paul Eberle, architetto con sede a Padova noto nell’ambiente dell’allestimento di mostre e musei.
Per l’occasione, il presente progetto si propone di elaborare un nuovo percorso espositivo che permetta ai reperti del museo di tornare a “parlare”, combinando storia della medicina con museologia medica, paleopatologia e anatomia patologica. Partendo da gruppi di reperti con la stessa patologia o dello stesso apparato, per giungere al reperto singolo, l’esposizione può essere spiegata e illustrata combinando la descrizione anatomopatologica, la storia della malattia rappresentata nel contesto locale e mondiale, i medici che nella storia furono protagonisti di innovazioni concettuali o pratiche, in particolare quelli collegati alla tradizione dell’Università di Padova. Si potranno usare supporti testuali, iconografici e audiovisivi che, in quanto tali, potranno essere continuamente implementati dalle attività di ricerca del Conservatore, del gruppo di Medicina Umanistica e di Anatomia Patologica dedicati alla preservazione del Museo.
Presentazione progetto di restauro del Museo di Anatomia Patologica